Egregio professore, sono un maniaco dei cibi dolci, li cerco ovunque. Sono molto ansiosa e trovo giustificazione in quello che mangio. Ho una voglia continua di cioccolata. Ho sempre un gianduiotto o un cioccolatino a portata di mano. La mia amica del cuore dice che la mia passione per la cioccolata nasce da una carenza di serotonina: è vero? Esiste qualche prodotto farmaceutico che possa compensare questa mancanza? Dimenticavo, ho 24 anni. Sono alta 179 cm e peso 76 kg.  
E’ ben noto da anni (ricerche partite dagli studi del gruppo Wurtmann del Mit) che molte persone consumano quantità elevate di cibi dolci e amidacei in rapporto a stati di ansia e/o di depressione, anche con frequenza periodica (mensile, stagionale, ecc). A quanto risulta, questi consumi modificano positivamente lo stato dell’umore, provocando un aumento delle condizioni di calma e del grado di socializzazione e una riduzione del livello di affaticamento e di tensione. E’ probabile che tali variazioni dell’umore siano legate a un neurotrasmettitore celebrale, la serotonina, la cui sintesi nel cervello aumenta dopo ingestione di cibi ricchi in carboidrati come un’istintiva forma di “autoterapia”. Esistono prodotti farmaceutici che, attraverso vari meccanismi, aumentano la quantità di serotonina celebrale, ma gliene sconsiglio l’uso: mai comunque senza prescrizione e controllo medico, perchè la maggior parte di questi prodotti rientra ella categorie degli antidepressivi e degli anoressizzanti. Si limiti a gratificarsi controllando attentamente le dosi di cioccolata che si concede, compensandole a scapito di altri alimenti dolci, o comunque voluttuari, come i grassi di condimento: eviterà così di pagare questa “selezione” con indesiderati aumenti di peso.