Guida ad una alimentazione corretta personalizzata per:
Per tornare ad un peso più salutare, nel caso di lievi sovrappesi o magrezze eccessive
Quantità eccessive di grasso corporeo, particolarmente se localizzate in sede addominale e intra-addominale, costituiscono un pericolo per la salute (rischio di insorgenza di alcune malattie e di insufficienza respiratoria, possibili conseguenze meccaniche causate dal sovraccarico sulle articolazioni, ecc.). Tali pericoli sono tanto maggiori quanto maggiore è l’eccesso di peso, e vanno prevenuti o attenuati adottando una corretta alimentazione ipocalorica e svolgendo sistematicamente una maggiore attività motoria.
Ma anche una magrezza eccessiva può provocare molti danni. Se le riserve di grasso si riducono esageratamente e non si introduce sufficiente energia con il cibo, l’organismo è portato ad intaccare i propri muscoli ed organi interni, compromettendo molte funzioni metaboliche ed ormonali. Così diminuisce la resistenza alle malattie infettive, l’apparato osseo si indebolisce, viene alterata la regolarità del ciclo mestruale e peggiorano anche le facoltà mentali, l’umore e le capacità di relazioni interpersonali.
per una alimentazione appropriata in gravidanza e durante l’allattamento
Sono fasi della vita caratterizzate da necessità alimentari e nutritive particolari, che vanno rispettate accuratamente al fine di garantire tanto il regolare decorso della gravidanza (con un giusto aumento di peso della madre ed una corretta copertura dei bisogni nutritivi sia suoi che del nascituro) quanto la produzione di sufficienti quantità di un latte adatto alle necessità del neonato, il tutto senza impoverire (con particolare riguardo al calcio) l’organismo materno.
per un accrescimento ottimale nella età evolutiva (bambini/e e ragazzi/e)
L’età evolutiva è una fase della vita particolarmente delicata, dal punto di vista della alimentazione. I bisogni in energia e nutrienti dei bambini e dei ragazzi al disotto dei 12 anni sono, in rapporto al peso, più elevati di quelli degli adulti, sia per le necessità legate all’accrescimento che per quelle derivanti dalle normali attività: si tratta quindi di soggetti particolarmente esposti a rischi di malnutrizione per difetto, anche a causa di scelte alimentari spesso limitate e monotone, così come al rischio di sovrappeso, provocato tanto da abitudini sbagliate quanto da una eccessiva sedentarietà. Ed il sovrappeso nella infanzia provoca una moltiplicazione delle cellule adipose, predisponendo ad una più facile obesità nell’età adulta.
Negli adolescenti (dai 12 ai 18 anni circa), poi, gli importanti mutamenti fisiologici tipici di questa età comportano necessità in energia e nutrienti molto elevate, che vanno rispettate con attenzione, evitando ad esempio che i giovani impoveriscano o squilibrino eccessivamente la propria alimentazione per una tendenza a scelte troppo limitate oppure per uniformarsi a mode alimentari od estetiche poco approvabili.
Fra le possibili e frequenti conseguenze di comportamenti del genere segnaliamo problemi quali una anemia da carenza di ferro o una scarsa mineralizzazione dello scheletro, premessa di una futura osteoporosi.
per le particolari situazioni ed esigenze delle persone anziane
Si tratta di una popolazione in continuo aumento numerico, e che spesso è esposta al rischio di malnutrizione a causa di vari fatti quali solitudine, depressione, malattie croniche, uso abituale di farmaci, invalidità, problemi di masticazione e di digestione, peggiore percezione dello stimolo della sete, ecc. Qualitativamente le necessità nutritive degli anziani sono simili a quelle degli adulti più giovani, ma la riduzione della massa magra e quindi del metabolismo di base fa sì che i fabbisogni in energia siano più bassi, in coincidenza con una attività fisica in genere ridotta: non a caso è proprio in questa fascia di età che si riscontra la più alta incidenza di gravi sovrappesi e di obesità.
per le peculiari necessità, sia energetiche che nutritive, di soggetti con attività motoria intensa
Considerata la sempre maggiore meccanizzazione delle attività lavorative, le persone che svolgono abitualmente una intensa attività fisica volontaria costituiscono, nella nostra società civilizzata, una delle poche categorie con elevate necessità in energia. Tali maggiori fabbisogni vanno innanzitutto valutati accuratamente, per evitare sia sopravalutazioni che sottovalutazioni, e poi coperti in maniera oculata e attenta: questo in pratica significa aumentare le quantità di cibo in relazione al reale dispendio energetico, rispettando però gli equilibri alimentari previsti per le persone “normali”, e suddividere correttamente la razione in almeno tre pasti al dì, avendo cura di far trascorrere un ragionevole lasso di tempo fra un pasto importante ed una prestazione fisica impegnativa.
Non esistono, infatti, principi nutritivi dotati di importanza “speciale” per l’atleta né sono valide certe vecchie teorie circa una “specializzazione alimentare” in funzione dello sport praticato. Sono quindi da sconsigliare apporti eccessivi in proteine e in carboidrati o supplementazioni vitaminiche particolari, mentre bisogna porre attenzione alle perdite in minerali legate alla elevata sudorazione e alla iperventilazione polmonare e soprattutto ad assicurarsi una adeguata assunzione di liquidi: un aspetto essenziale, questo, sia per conservare buone capacità di termoregolazione che allo scopo di impedire disturbi da disidratazione nel corso di sforzi prolungati o in condizioni ambientali sfavorevoli. La bevanda di elezione è l’acqua, da assumere frequentemente, in piccoli volumi, nel corso della prestazione sportiva, anticipando la comparsa dello stimolo della sete.
per riequilibrare diete abituali monotone e/o sbilanciate
Non esiste, né in natura né come prodotto trasformato, l’alimento “completo”, ossia capace di fornirci nella giusta quantità e nel giusto assortimento tutte le sostanze nutritive che ci servono. Di conseguenza, il modo più semplice per assicurarci tutti i nutrienti indispensabili è quello di variare il più possibile le scelte alimentari e di combinare opportunamente i diversi cibi. In questo modo soddisfaremo maggiormente il gusto combattendo la monotonia dei sapori ed eviteremo i rischi di squilibri nutrizionali e dei possibili conseguenti squilibri metabolici. Inoltre una alimentazione abituale sistematicamente variata assicura una maggiore protezione dello stato di salute anche perché favorisce una maggiore copertura delle nostre necessità in vitamine e minerali ed una sufficiente ingestione di alcune sostanze naturali (antiossidanti, antitumorali, ecc.) che svolgono una preziosa funzione protettiva per l’organismo.
per una dieta vegetariana completa ed equilibrata
L’orientamento verso una dieta basata prevalentemente su alimenti vegetali è da elogiare (e non a caso il modello alimentare mediterraneo ha queste caratteristiche) in quanto determinante per assicurare molti effetti benefici: minor peso corporeo, colesterolemia e pressione arteriosa più basse, maggiore protezione nei confronti di malattie cardiovascolari, diabete e tumori.
Occorre però precisare che non è necessario adottare una dieta strettamente vegetariana per godere di questi vantaggi, tanto è vero che le raccomandazioni delle Società Scientifiche suggeriscono di adottare molti degli aspetti di una dieta vegetariana ma non danno mai il consiglio di escludere la carne, esclusione che rimane una scelta ideologica priva di valide motivazioni scientifiche.
Esistono vari tipi di diete “vegetariane”. Si definiscono semplicemente “vegetariani” coloro che escludono dalla propria dieta ogni tipo di carne animale, compresi i pesci, i crostacei e i molluschi, ma consumano altri prodotti di origine animale, quali latte, formaggi e uova (latto-ovo-vegetariani) o latte e formaggi (latto-vegetariani). Per costoro è facile assicurarsi una dieta perfettamente compatibile con un buono stato di nutrizione. È infatti sufficiente una discreta cultura nutrizionale ed una buona conoscenza sia del valore nutritivo dei vari alimenti che della loro interscambiabilità per essere in grado di completare gli apporti nutritivi attraverso il consumo di legumi (per ferro e proteine), di frutta (per la vitamina C che migliora l’assorbimento del ferro) ed eventualmente di latte e derivati (per proteine e calcio).
Si definiscono “vegani” o “vegetaliani” coloro che escludono dalla propria dieta tutti i prodotti di origine animale, senza nessuna eccezione. Questi regimi molto rigidi (uno dei principi-base di una alimentazione corretta è la varietà della dieta) sono più difficili da organizzare e possono presentare sia problemi pratici che problemi di adeguatezza. Infatti, per ottenere una buona copertura di tutti i bisogni nutritivi, specialmente nei bambini, negli adolescenti, nelle gestanti e nelle nutrici (con particolare riferimento alla qualità della miscela proteica e agli apporti in ferro, in calcio e in vitamina D e in vitamina B12, che è assente nei vegetali,) sono necessari alcuni accorgimenti particolari che presuppongono molta attenzione ed una più che buona cultura nutrizionale, o almeno la disponibilità a seguire i consigli e le raccomandazioni degli esperti.