A partire dagli anni ’60 i ritmi della vita moderna hanno costretto un numero sempre crescente di persone a rinunciare al rientro a casa per il pasto di metà giornata: è stato calcolato che 3,7 milioni di italiani “pranzino” fuori casa cinque giorni su sette, e che più di 12 milioni (fino a 17) lo facciano frequentemente.
A queste nuove esigenze si sono ovviamente adeguate le strutture interessate, con la moltiplicazione delle mense (scolastiche e aziendali) e dei locali nei quali è possibile ottenere un pasto veloce così come consumare in pochi minuti, anche in piedi, un rapido snack.

Questa tipologia di offerta permette di non cadere nella tentazione di “saltare” il pasto di metà giornata e quindi consente di rispettare la regola secondo la quale la nostra alimentazione quotidiana deve essere distribuita in modo fisiologicamente corretto (colazione del mattino, due pasti principali ed uno-due spuntini) per un maggior benessere generale, per una migliore assimilazione ed utilizzazione dei nutrienti e per ottenere, a parità di calorie introdotte, un miglior controllo del peso, della glicemia e della colesterolemia. Inoltre, digiunare a metà giornata porta poi inevitabilmente ad esagerare nel pasto serale, con conseguenze negative sulla digestione, sulla qualità del sonno e su tutta una serie di equilibri metabolici e ormonali (vedi una eccessiva increzione di insulina).

Ma questi pasti veloci hanno anche dei lati negativi, quali la loro incompletezza (è difficile avere a disposizione verdura e frutta), da compensare nel pasto serale, e l’eccessiva velocità del loro consumo, con possibili problemi di cattiva masticazione, di dispepsia gastrica, ecc.

I pro e contro delle soluzioni più frequentemente adottate possono essere così riassunti:

  • Al ristorante o alla “tavola calda” spesso si alternano primo o secondo piatto: buona idea, a patto di limitare le porzioni, di scegliere piatti non troppo ricchi di sale e di grassi, di evitare il vino e di aggiungere anche frutta e verdura. Nelle mense a prezzo fisso attenzione alla “sindrome da buffet” che spesso induce ad esagerare nelle quantità, con conseguenze negative sul rendimento lavorativo nelle ore successive. Nelle pizzerie ricordiamoci che la gradevolezza di questo ricco alimento (280 calorie per etto) può facilmente spingerci ad eccedere.
  • Il ricorso al classico panino è frequente: si consumano più di un milione e mezzo di panini al giorno, secondo alcune stime! Nessun problema: il panino è un piccolo pasto e va bene, a patto di preferire il pane integrale, di non esagerare con il companatico (altrimenti si possono superare facilmente le 500 calorie), variandone spesso la qualità, e di aggiungere un po’ di frutta (da recuperare comunque, insieme agli ortaggi, nel pasto serale) o almeno uno yogurt. Meno indicato il tramezzino, spesso ottenuto con pane raffinato o al latte e quasi sempre reso più grasso da salse e maionese.
  • Molto diffuse anche le insalate “arricchite” con tonno, latticini, uova sode e altro, accompagnate da pane e, auspicabilmente, da frutta. Si tratta di una buona soluzione, a patto di limitare le aggiunte di olio e la quantità del pane, e di integrare l’aspetto proteico nel pasto serale.
  • È bene ricorrere solo saltuariamente a certe opzioni piacevoli ma troppo ridotte, quali un semplice gelato (alimento incompleto e incapace di assicurare un prolungato senso di sazietà), un salto in pasticceria (per ovvi motivi), o una semplice macedonia di frutta. Lo stesso vale per quei prodotti industriali definiti “sostituti dei pasti” (barrette, polveri da sciogliere in acqua, ecc.): vanno usati solo quando sia impossibile provvedere altrimenti, e non spesso.
  • Infine, per chi può farlo, il pasto portato da casa e consumato in ufficio è una buona soluzione, che permette di risparmiare e spessi di garantirsi una migliore organizzazione alimentare complessiva. Importante, però, è disporre di un forno a microonde per scaldare le vivande, e di uno spazio sufficiente per consumare il pasto in santa pace.

 

In sintesi, le opzioni ci sono, e non sono poche. Evitare i dannosi digiuni e mangiare bene anche quando lo si deve fare spesso fuori casa e in tempi ristretti non è poi così difficile. Basta un po’ di buon senso.