La crisi che ha investito il nostro Paese ormai da un po’ di anni ha naturalmente ridotto anche le somme disponibili per l’acquisto di alimenti, condizionando fortemente le scelte che si effettuano al mercato, fino a peggiorare la qualità della nostra razione alimentare.
Lo confermano tutti i dati che gli Osservatori sui consumi sfornano in continuazione: gli italiani stanno forzatamente e progressivamente limitando l’acquisto di certe categorie di alimenti – frutta, ortaggi, cibi derivati dal mondo animale – che sono essenziali per un corretto equilibrio della dieta ma che purtroppo sono anche particolarmente costosi.
E il guaio è che alterare l’equilibrio della razione che consumiamo abitualmente rischia di provocare pericolose carenze di nutrienti, con danni per la salute.;
Si tratta di problemi che colpiscono in particolare fasce di consumatori a rischio, come gli anziani, e che vanno affrontati sotto due diversi punti di vista, uno nutrizionale ed uno eminentemente pratico.
Riguardo al primo aspetto, l’esortazione del nutrizionista è quella di fare ogni sforzo per salvaguardare sia la varietà che la completezza delle scelte che facciamo a tavola, al fine di avere le maggiori probabilità di assicurarci un apporto adeguato di tutte le sostanze nutritive di cui abbiamo bisogno. Evitiamo quindi l’errore che commette chi, avendo un’idea sbagliata dell’importanza nutritiva di certi gruppi di alimenti, pensa che rinunciare ad essi o ridurne fortemente il consumo, non porti conseguenze.
Ricordiamo invece che l’utilità del consumo di frutta e ortaggi non risiede solo nel loro apporto in vitamine (A e C soprattutto) e in fibra, ma anche in quello di vari minerali (potassio!) e di una vasta gamma di preziosi composti antiossidanti e protettivi; e ricordiamo anche che carni, pesci ed uova non forniscono, come molti credono, soltanto proteine di elevata qualità, ma anche oligoelementi altamente biodisponibili (zinco, rame, e soprattutto ferro) e vitamine del complesso B (senza di loro è impossibile coprire i fabbisogni in vitamina B12); ed infine che i legumi secchi, oltre a rilevanti quantità di amido e di fibra, apportano minerali e molte proteine di buona qualità.
Rimane il secondo aspetto, quello pratico: come fare se abbiamo a disposizione meno denaro? Ebbene, coniugare una minore spesa con una dieta ugualmente completa non è impossibile.
Prima di tutto si può ricorrere a certi prodotti conservati ma soprattutto agli alimenti surgelati, convenienti come costo e accessibili a tutti, dato che in ogni casa esiste un freezer. Su questi prodotti esistono ancora prevenzioni, del tutto ingiustificate, visto che il surgelamento è il metodo di conservazione che meglio preserva il valore nutritivo del prodotto di partenza, senza assolutamente alcun uso di additivi. Poi si può, ad esempio ricorrere alle carni “alternative” quali pollo, tacchino, coniglio e maiale (oggi particolarmente magro) e ai tagli anteriori del bovino: tutte carni il cui valore nutritivo è pari a quello dei tagli più pregiati e costosi.
L’uovo è un ottimo alimento a basso costo, mentre per il pesce si possono acquistare con fiducia i prodotti di acquacoltura e il pesce azzurro (sarde, alici, sgombri), particolarmente ricchi di proteine e acidi grassi omega-3.
Nel settore frutta e ortaggi si risparmierà preferendo i prodotti di stagione e, in linea generale, cercando con pazienza le offerte più convenienti che vengono fatte a rotazione un po’ per tutti i prodotti che sono “a km zero”.
E in ogni caso, darsi da fare per consumarli ogni tanto sarà sempre meglio che abolirli!
Insomma, non rassegniamoci ad avere una dieta fortemente limitata per quanto riguarda certe categorie di cibi, ma cerchiamo invece le possibili soluzioni, che ci sono, operando scelte ragionate e liberandoci da prevenzioni errate basate su idee vecchie e non più attuali.