L’eterno mito della “pillola per dimagrire” continua ad affascinare non solo gli obesi (e sarebbe comprensibile) ma anche i mass media. Ieri -15 settembre – un importante quotidiano italiano ha dedicato al tema addirittura due pagine, sormontate da un titolo che lascia ben poco spazio a dubbi: “c’è il farmaco che ti aiuta a fare la dieta”.

Titolo molto deciso, ma, come si scopre leggendo il testo, anche piuttosto ingannevole. Infatti le “novità” si riducono a poco, ossia al fatto che l’EMA (l’Ente regolatorio europeo) ha dato il via libera per l’Europa a due farmaci antifame la cui efficacia e le cui probabilità di utilizzazione sono molto dubbie, come emerge anche da una attenta lettura dell’articolo. Di quali farmaci si tratta?

 

Il primo è il liraglutide, finora usato per la cura del diabete di tipo 2 e che sembra faccia anche diminuire l’appetito: purtroppo però é molto costoso e inoltre andrebbe iniettato giornalmente (!).

 

Il secondo farmaco è una combinazione fra bupropione (un antidepressivo finora usato soprattutto contro la dipendenza dal fumo) e naltrexone (utilizzato finora per trattare la dipendenza da oppioidi): un mix che sembra attenuare il senso di fame, ma i cui effetti a lungo termine sul cuore sono ancora ignoti (come precisato anche nell’articolo in questione).

 

Inoltre, le due nuove formulazioni antifame, se mai diverranno disponibili, sarebbero riservate solo a chi è decisamente obeso e a chi soffre delle complicazioni del sovrappeso, quali diabete, dislipidemie, ipertensione arteriosa, apnee ostruttive notturne, ecc., e, per servire a qualcosa, dovrebbero comunque essere abbinate ad una maggiore attività fisica e ad una adatta dieta ipocalorica.

 

Sia ben chiaro: come già detto, un attento lettore può rendersi conto di tutte queste incertezze anche da un accurato esame dell’articolo in questione, ed è indubbio che giornalisticamente sia giusto dare la notizia della approvazione da parte dell’EMA.

 

Ma, dato che di concreto, sul piano delle novità, c’era evidentemente ben poco, perché “sparare” un titolo così ottimistico, capace di alimentare ancora una volta la illusione che sia stata scoperta la pietra filosofale antiobesità, restituendo così vita alla beata illusione che esistano le scorciatoie per risolvere questo problema sanitario così grave e così diffuso?