Qualche anno fa destò scalpore una notizia proveniente dagli Stati Uniti, secondo la quale un gruppo di esperti aveva reso noto, durante un congresso, le conclusioni di uno studio sulle conseguenze delle diete, conseguenze nefaste per la salute.

 

In quella occasione espressi il  mio parere in un articolo che uscì sul Corriere. Articolo ancora attuale, e per questo lo riporto di seguito nei suoi passi importanti.

In realtà, lo scalpore fu causato solo dall’imprecisione con la quale la sostanza del comunicato USA fu trasferita nei titoli dei giornali.

Il comunicato stesso, infatti, lungi dal suggerire di abbandonare il controllo della propria dieta e dallo smentire l’importanza della lotta al sovrappeso, non fece altro che sottolineare come questi fattori di rischio per la salute siano assolutamente da combattere a patto che siano combattuti in maniera corretta.

 

Si tratta di poche regole di base, fondate sulla ricerca e sul buon senso, eccole schematizzate:

 

Mantenere il peso a livelli normali, o riportarlo a quei livelli, è un atto molto importante per proteggere la salute.

 

Quasi tutti quelli che sono in sovrappeso possono normalizzare il proprio peso seguendo due semplici linee di comportamento: aumentare la spesa di energia (maggiore attività fisica) e diminuire l’introduzione di calorie alimentari, mangiando meno, mangiando di tutto, senza abolire alcuna classe di alimenti e dando ampio ai cibi più sazianti, ossia elevato volume e a ridotta concentrazione di calorie (molti tipi di ortaggi e frutta, cibi ricchi di fibre, ecc).

 

Il risultato va perseguito con pazienza (calo medio fra 500 e 1000 grammi a settimana: cali troppo rapidi non sono un trionfo, ma un rischio per la salute e la spia di pericolose perdite di acqua e di massa magra), sotto controllo medico e con una dieta ben studiata: infatti, è vero che una dieta dimagrante è sempre incompleta, ma purtroppo quasi tutte quelle suggerite dai mass-media lo sono in modo esagerato e rischioso.

Sono concepibili solo se seguite strettamente dal medico, e non certo per una libera adozione casalinga da part di chiunque.

 

Imparare a non cadere alle pressioni dell'”industria del dimagrimento”: rifiutare i farmaci (specialmente quelli galenici del tipo “cocktail”), il digiuno assoluto e le false teorie delle diete “dissociate” e delle diete lampo, ossia rifiutare gli schemi non scientifici dei falsi profeti e dei falsi innovatori.

 

Non pretendere il calare del peso oltre i limiti imposti dalla struttura fisica e dall’età, il “peso” desiderabile” vada situato su livelli un poco più elevati.

 

Convincersi che, per normalizzare il peso nella maniera più naturale e per conservare poi questo peso con una certa facilità, si deve semplicemente imparare a mangiare correttamente, con molta pazienza, modificando, insieme al proprio stile alimentare, anche il proprio stile di vita.