Una delle raccomandazioni mediche più note è quella che consiglia di bere molto e spesso. Si tratta di un suggerimento sacrosanto, visto che l’acqua è il costituente corporeo presente in maggiore quantità (circa il 60% del peso di un adulto) e viene persa e consumata in continuazione: deve essere quindi regolarmente e tempestivamente reintegrata dall’esterno.

Quali sono le funzioni dell’acqua nel nostro corpo? Seplicemente essenziali. È indispensabile per tutti i processi fisiologici e le reazioni biochimiche che ci mantengono in vita.

Agisce da solvente per la maggior parte dei nutrienti ed è necessaria per la digestione, l’assorbimento, il trasporto e l’utilizzazione degli stessi.

È il mezzo attraverso il quale l’organismo elimina le scorie metaboliche.

È indispensabile per la regolazione della temperatura corporea.

Funge da ammortizzatore nelle articolazioni e nei tessuti e mantiene elastiche e compatte pelle e mucose.

Garantisce la giusta consistenza del contenuto intestinale.

 

Insomma, mantenere in equilibrio le “entrate” e le “uscite” di acqua (ossia “il bilancio idrico”) è fondamentale per la nostra salute. Le “uscite” ammantano mediamente ogni giorno al 3-4% del peso corporeo  (fra 1 2 litri e i 2 litri e mezzo).  Come detto il nostro corpo perde acqua in continuazione, attraverso le urine (mediamente circe 1300 ml al giorno), le feci (circa 150 ml al giorno), la sudorazione ed anche la respirazione (insieme, circa 600-1000 ml al giorno, a seconda delle condizioni ambientali e della attività fisica).

 

In relazione al variare si questi parametri, il nostro organismo fa di tutto per mantenere in equilibrio il proprio “bilancio idrico” sia riassorbendo notevoli quantità di acqua nei reni, sia attraverso il meccanismo della sete. Si tratta di un meccanismo molto complesso e sensibile che elabora in un “centro” localizzato nel cervello i segnali che provengono da diversi tipi di ricettori distribuiti in varie parti de corpo e ci spinge a bere, regolando anche la quantità di acqua da ingerire.

Attenzione, però: lo stimolo “sete” non sempre funziona bene (negli anziani, ad esempio, è meno sensibile) ed ha comunque un tempo di risposta ritardato, così che spesso interviene quando la perdita di acqua è già elevata, a volte già tale da provocare qualche effetto dannoso.

 

Quali sono questi effetti? Una disidratazione pari solo all’1% del peso corporeo ha già ripercussioni negative sull’attività e le performance fisiche, una del 2% altera la termoregolazione, con una del 5% compaiono crampi, debolezza ed irritabilità e con il 10% di disidratazione si rischia il colpo di calore, fino a mettere in pericolo la stessa sopravvivenza: come è noto, infatti, si muore molto prima per mancanza di acqua che per mancanza di cibo.

 

Ecco perché, quindi, per rimpiazzare adeguatamente e tempestivamente le perdite di acqua, bisogna bere frequentemente, anche prima di avvertire lo stimolo della sete.

Il fabbisogno di base per adulti e anziani è di circa 1 ml di acqua per ogni caloria alimentare introdotta nella giornata, ma è di 1,5 per i bambini, i quali sono maggiormente a rischio di disidratazione.

 

Da dove ricavare l’acqua necessaria? Naturalmente dalle bevande (in media dagli 800 ai 2000 ml al giorno), da certe reazioni metaboliche (circa 300 ml al dì) ma anche dagli alimenti (500-900 ml al dì): frutta, ortaggi e latte sono costituiti per oltre l’85% da acqua, ma anche carne, pesce ed uova ne contengono il 50-80%, pasta e riso cotti il 60-65% e – abbastanza sorprendente – pane e pizza il 20-40%.

 

In definitiva: bisogna bere frequentemente e in piccole quantità, in media 1,5-2 litri al giorno, assecondando ed anzi anticipando il senso di sete e preferendo l’acqua semplice, sia quella di rubinetto che quella imbottigliata, entrambe sicure e controllate, facendo particolare attenzione in quelle situazioni che provocano un aumento delle perdite, quali stati febbrili o ripetuti episodi di diarrea.