Per difendersi dalle infezioni e dalle malattie il nostro organismo – prima di essere eventualmente costretto a ricorrere all’aiuto dei farmaci – mette in azione, nei confronti di virus, batteri, funghi ecc., una sua primissima linea difensiva rappresentata dal sistema immunitario.
A determinare l’efficienza del sistema immunitario delle singole persone concorrono non solo fattori genetici ma anche, e a quanto sembra con un impatto forse anche maggiore, fattori “ambientali” in senso lato, come lo stile di vita, lo stato generale di salute, l’età, l’igiene, l’alimentazione e lo stato di nutrizione complessivo, ecc.
La nutrizione, appunto. L’attuale emergenza determinata dalla epidemia da Covid 19 ha focalizzato una straordinaria attenzione sui comportamenti da adottare per difendersi dalla infezione. Stranamente, però, i mass media hanno dato relativamente poco spazio alle possibili correlazioni esistenti fra alimentazione e difese immunitarie, e quindi anche ai relativi suggerimenti circa scelte da compiere e comportamenti da tenere. Indubbiamente, un errore di sottovalutazione.
Quindi, qualità e quantità dell’alimentazione abituale contano molto anche per garantirsi buone difese immunitarie. E non è corretto, come invece così spesso accade con le notizie incontrollate che circolano sul web, pretendere di attribuire a singole sostanze nutritive o a singoli alimenti o spezie (presi magari in maxi-dosi) capacità “miracolose” di rinforzare in tempi brevi il sistema immunitario. Si tratta solo di fantasie prive di serie basi scientifiche.
È però indubbio che alcune vitamine, alcuni minerali e altre sostanze, come certi particolari acidi grassi, risultino effettivamente coinvolti nel migliorare il funzionamento di certi aspetti del sistema immunitario:
- la vitamina C anche se certamente sopravvalutata in passato, effettivamente migliora la risposta immunitaria, specialmente nelle infezioni virali delle prime vie respiratorie, favorisce la maturazione di alcune classi di linfociti e, con la sua azione antiossidante, protegge i leucociti dai danni indotti dalle specie reattive dell’ossigeno. Il tutto però, sia ben chiaro, più con l’effetto di attenuare i sintomi che non per guarire dal raffreddore, ed ottenibile già con le normali dosi “raccomandate” (circa 100 mg di vitamina al giorno), fino ad un massimo ragionevole di 0,5-1 grammi al giorno per brevi periodi, senza arrivare ad inutili megasomministrazioni. Gli alimenti classificabili come fonti ricche di questa vitamina sono soprattutto, fra la frutta, agrumi, fragole e kiwi, e, fra gli ortaggi, pomodori e vegetali a foglie verdi.
- la vitamina A, una cui carenza provoca una riduzione della resistenza dell’organismo alle infezioni (fonti principali uova, latte e vegetali gialli e verdi), e la vitamina D, la quale stimola specialmente la risposta immunitaria “innata”, incrementandola in particolare nei confronti della TBC, della influenza e delle infezioni virali delle prime vie respiratorie. Inoltre sembra che la vitamina D cooperi anche ad aumentare la protezione nei confronti delle malattie autoimmuni. Le sue fonti alimentari principali, al di là della sua sintesi nella cute per azione dei raggi ultravioletti, sono tuorlo d’uovo, pesce, latte e derivati. Inoltre, anche una carenza nelle vitamine B12 e B6 sembra avere influenze negative sulla funzione immunitaria.
- Fra i minerali limitiamoci a ricordare lo zinco e il selenio: il primo molto diffuso negli alimenti, particolarmente nei cereali e nei prodotti animali svolge un ruolo centrale nella crescita e nel differenziamento delle cellule, ed è fondamentale in particolare per lo sviluppo e il funzionamento dell’immunità cellulo-mediata e di quella umorale. Il selenio, di cui sono ricchi pesce, carne e cereali, è anch’esso attivo nella regolazione delle difese immunitarie.
- Da ricordare, infine, anche l’influenza positiva esercitata sul sistema immunitario dagli acidi grassi omega3 a lunga catena, reperibili in quantità significative praticamente soltanto nei prodotti ittici. La loro interazione con le cellule del sistema sembra produrre vari effetti positivi, come ad esempio un aumento della attività fagocitica dei globuli bianchi ed una aumentata produzione di anticorpi.
In conclusione, il suggerimento più logico da dare per rinforzare le difese immunitarie anche attraverso le scelte alimentari è quello di ricorrere più spesso ai prodotti che sono fonti particolarmente generose delle sostanze nutritive citate. E contemporaneamente è doveroso ricordare che non esistono prove valide di azioni a favore delle difese immunitarie da parte di altri prodotti che troppo spesso vengono fantasiosamente presentati come “protettivi” o “super foods” sul web o da pubblicazioni poco attendibili, tese più a fare una promozione interessata che non una informazione corretta. Quindi, niente illusioni su pretesi poteri miracolosi di vari tipi di bacche originarie dell’Oriente, di generose assunzioni di thé o di cioccolato ad alto tasso di cacao o sull’aiuto che possono dare al sistema immunitario prodotti pur suggestivi come la frutta secca e il miele o spezie popolari come curcuma, zenzero, aglio, ginseng, ecc.