Il diabete è una malattia caratterizzata principalmente da elevati valori a digiuno di glucosio nel sangue (iperglicemia).

In passato a questo fenomeno è stato erroneamente associato un elevato consumo di zucchero e dolci. Al contrario tale consumo, nei soggetti sani e non predisposti al diabete, non ha alcuna responsabilità diretta nel provocare la malattia. Un suo contributo è invece possibile, ma solo come fonte aspecifica di calorie in eccesso, nel quadro di un consumo abitualmente superiore ai bisogni e tale da facilitare, nel tempo, la comparsa di un sovrappeso o di una obesità.

Infatti, il diabete dell’età adulta, detto anche diabete del 2° tipo o non insulinodipendente, si associa spesso a sovrappeso corporeo, provocato e facilitato da sedentarietà cronica e da abituali eccessi alimentari. E’ questo sovraccarico metabolico a provocare quel sovrappeso e quella obesità che, protratti per anni, facilitano nei soggetti geneticamente predisposti la comparsa in età avanzata di questo tipo di diabete.

Di conseguenza è sufficiente che i dolci, in relazione al loro elevato valore calorico derivante dalla presenza, nella loro composizione, di grassi, farina, uova, zucchero, ecc., siano oculatamente dosati nella dieta, in alternativa ad altri prodotti dal valore nutritivo simile, al fine di evitare di alterare gli equilibri energetici.

Dal canto suo, il diabete giovanile, detto anche di 1° tipo o insulinodipendente, riconosce meccanismi del tutto estranei all’alimentazione, e i dolci (così come lo zucchero) non hanno nessuna responsabilità nella sua comparsa.